mercoledì 9 aprile 2014

La stella scomparsa
Era un nebbioso, cupo e freddo pomeriggio di dicembre a Londra nel 1895. Nella strada 221 B di
Beker Street io e Holmes stavamo bevendo un te nello studio.
Discutevamo sui casi risolti e sul freddo artico che c’era, perché Mrs Hudson non accendeva ancora
il camino. Quando lei entrò pensavamo che era venuta finalmente ad accendere il camino, invece ci
avvertì che era arrivato un nuovo cliente. Lo aveva descritto come uno con gli occhi a palla, un naso
come il becco di un’aquila e le orecchie molto grandi. Quando entrò le descrizioni di Mrs Hudson
erano perfette. Inoltre era alto e robusto con abiti eleganti e capelli brizzolati. Quando sedette sulla
poltrona ci disse disperato:
 « Signor Holmes, mio fratello è scomparso! E’ scomparso Jacob Albert!»
« Quale, il famoso sindaco?»
« Sì, sì non lo vedo da sei giorni»
« Con calma, con calma. Fatemi pensare. Lei non è londinese, ha camminato molto per non
sporcarsi di fango in calesse, ma ha camminato in un prato, per un lungo tragitto di sera. Lei non è
ricco anche se i suoi vestiti la contraddicono e , inoltre, si è preparato con calma.»
« Come fa lei a saperlo?»
Ecco che il mio amico stava ancora una per volta per stupirmi con le sue perfette deduzioni.
« Elementare. Lei non è londinese perché quella rivista non è pubblicata a Londra, ha camminato un
lungo tragitto perché ha un lieve rossore sul viso e le scarpe sono un po’ consumate, ha camminato
in un prato perché c’è dell’erbetta e di sera perché ha ancora della rugiada sui filetti d’erba. Non
è ricco perché i suoi vestiti sono piuttosto vecchi ma solo ad occhi di un professionista, quindi
presumo che lei abbia i vestiti di suo padre, inoltre, si è preparato lentamente perché è riuscito
addirittura a comprare una rivista, infatti la data è riferita ad oggi. Oh, mi scusi, torniamo a noi. Lei
si chiama ...»
« John, John Albert. La prego, ritrovi mio fratello, sono disperato!»
« Sì, sì. Non si preoccupi.»
« Quanto le devo?»
« Niente. Per me è un divertimento indagare.»
Così vidi quell’uomo andarsene.
Era ora di cena quando Holmes disse che dovevamo andare dall’altro fratello. Visto che John non
ne aveva parlato, Holmes ne aveva dedotto la somiglianza, il cognome ma non il fisico. Così, per
capirci qualcosa in più dovevo seguire le indagini e abbandonare il succulento pollo al curry di Mrs
Hudson.
Avevo notato che Holmes aveva una rivista tra le mani e, non avendo comprato niente, gli chiesi:
« Come ha quella rivista Holmes?»
« L’ho presa “ in prestito “ da John. Mi sono accorto che la rivista del paese del sindaco parlava di
tutto tranne che della morte del sindaco.»
« E allora?»
« Non saprei. E’ molto strano che non abbia comprato la rivista che parlava del fratello.»
« Forse per non ricordarsi di quello che è successo al fratello.»
« Può essere.»
Quando siamo arrivati ci ha aperto un uomo alto e molto robusto. aveva degli occhi di cristallo e
una folta barba
Holmes chiese:
« Lei sa qualcosa della scomparsa di suo fratello?»
« Sì. Però niente di particolare. So solo che è scomparso.»
« Mi dica dell’infanzia.»
« Eravamo fratelli tranquilli. Perdonava facilmente tutti e due. Giocavamo spesso alle cacce al
tesoro con acronimi. John era sempre educato però era invidioso di me e Jacob perché eravamo più
grandi e spesso, quando mancavo io, Jacob prendeva il posto di comando.»
« Lei si chiama...»
«Jeorge Albert.»
Così io e Holmes siamo tornati a casa.
Holmes suonò il violino tutta la notte. Quando mi alzai Holmes disse:
« Non sei ancora pronto? Dobbiamo andare in comune aWeimar.»
Non mangiai neanche una briciola e andammo in calesse fino a Weimar.
Arrivati ci precipitammo in comune. Io ero meravigliato dalla bellezza del comune e la segretaria ci
accolse.
Holmes le chiese:
« Sa se il sindaco aveva brutti rapporti con una persona in particolare?»
« No, anche se lui combatte il crimine da anni ma non con una persona in particolare.»
« Sa se ha qualcosa in sospeso o qualcosa che tutti vorrebbero?»
« Sì il suo onore di certo e la sua magnifica stella per aver catturato i maggiori criminali. E’ proprio
lì.»
« Possiamo entrare nello studio?»
« Ma certo.»
Quando entrammo mi si erano illuminati gli occhi: era bello, composto e pulito.
Holmes scartabellò nei cassetti ma non trovò niente di interessante.
Mentre tornavamo, al mio caro amico venne una brillante idea: quella di andare a casa del sindaco.
Io però gli dissi:
« Holmes, possiamo prima mangiare, e poi ritornare?»
« Certo.»
Dopo mangiato tornammo a Weimar.
La casa del sindaco non era in centro. La signora Albert ci accolse con un caldo thè. Aveva una
bella acconciatura elegante. Ci chiese:
« Come mai questa visita?»
« Stiamo indagando sulla scomparsa di suo marito. Lei sa qualcosa che ci può servire?»
« Una cosa c’è. Il giorno prima che scomparisse mi aveva detto che doveva fare una commissione
importante.»
« Quale! Mi dica quale, è molto importante!»
« Non me lo disse. So solo che doveva andare da suo fratello e non si portò neanche un penny.»
« Possiamo esaminare la casa?»
« Sì sì.»
Holmes disse di vedere nelle camere. Era tutto in regola, anche elegante. Ad un certo punto Holmes
urlò:
« Watson venga subito?»
Il mio amico trovò un’orma di una stella.
« Sarà il trofeo stella.»
« Lo avrebbe mai donato?»
« No era l’unico bene a cui teneva.»
« Si spieghi meglio.»
« Lui non amava i soldi ma solo la sua stella d’oro.»
« Grazie per le informazioni.»
Così ce ne eravamo andati con degli indizi importanti ma anche in collegabili tra loro.
Dopo qualche minuto sentimmo un banditore che diceva:
« Grande botto nel nostro giornale! Jacob Albert trovato nel Tamigi!»
« Una copia grazie.»
Così Holmes decise di correre all’obitorio di Londra.
Quando siamo arrivati a destinazione esaminammo il corpo e Holmes trovò una lettera che chiedeva
un prestito e un’altra con un acronimo.
Quando Holmes ed io siamo tornati in studio Holmes disse:
« Ci vorranno quattro pipe.»
Dopo un’oretta e mezza vidi una camera a gas, una pianura con la nebbia invalicabile.
« Perbacco Holmes, lei oggi ha superato il record!»
« Dobbiamo andare a casa di John Albert.»
Arrivati a casa di John Albert, Holmes si travestì da vecchietta con la scusa di prendere il thè.
John Albert “ la“ accolse e mentre andava a prendere il thè Holmes scoprì la stella rubata e infatti
mancava una punta come quella ritrovata nel cranio del sindaco. Allora John uscì con una pistola
di grosso calibro. Sì io ero impotente: se mi fossi mosso la vita di quel bel uomo sarebbe sparita nel
nulla. Holmes sfruttando la vicinanza della pistola la girò, prese il braccio di John e glielo spezzò.
Lo fece confessare:
« Ero geloso di lui.»
Io chiesi ad Holmes come avesse fatto a scoprirlo e lui mi disse:
« Jacob giocava con acronimi, e l’acronimo ritrovato diceva di andare a casa sua. C’era un prestito
ma lui non lo voleva dare a John. Sono riuscito a scoprirlo perché la moglie disse che suo marito era
andato da uno dei suoi fratelli però senza soldi quindi non usò nessun mezzo e poi quando venne
aveva ancora una puntina d’oro nella tasca e la rivista non parlava di suo fratello quindi lo odiava e
le espressioni, ora che ci penso, non erano di un disperato.»
Così io ed Holmes andammo ad un concerto. La vita del sindaco fu stroncata ma il suo assassino fu
consegnato alla giustizia.
 Giuseppe Garofalo

Nessun commento:

Posta un commento