mercoledì 9 aprile 2014

L’ uomo senza volto
Durante una giornata d’inverno, Sherlock e John erano nel loro studio. Ad un certo punto bussò la signora Hudson:« C’è una signorina che ha bisogno del suo aiuto.»
Entrò una magnifica ragazza, minuta con occhi azzurri, ma avevo uno sguardo triste. Si aggiustò subito i capelli, scombinati a causa del forte vento gelido d’inverno, da questo gesto si capiva che teneva alla sua immagine.
 Si accomodò alla poltrona e iniziò a parlare:« Buona sera signor Holmes, io mi chiamo Felicia Smith. Le chiedo aiuto perché circa una settimana fa, sono stati uccisi i miei genitori e questa notte ho visto dietro la finestra un uomo, ma senza volto. Quando ne parlo mi vengono ancora i brividi.»
Si fermò un attimo e poi ricominciò:« Mio padre non era un uomo violento, anzi tutt’altra cosa, era molto socievole. Ebbe una storia con la nostra serva, Anna, ma poi mia mamma iniziò a sospettare qualcosa, quindi la lasciò. Dopo trovò marito ed ebbe due figli.
Mio zio Marley, è un uomo molto avido, e per questo odiava a morte mio padre, perché ereditò tutte le terre di famiglia, ma poi ebbe un grandissimo successo come commerciante di spezie tra India e Gran Bretagna. Ha un negozio in Brigt Star Street.
Il suo più grande amico era Ben Chayn, ma morì un anno fa in un brutto incendio. Coinvolse anche la nostra famiglia ma per fortuna noi ci salvammo. Era un uomo colto, appassionato di stampe antiche.»
Sherlock ringraziò la ragazza e se ne andò.
«Watson di corsa a Brigt Star Street!»
«Subito!»
 Arrivarono al negozio. C’era solo un giovane ragazzo.
«Non c’è il signor Marley?» Chiese Sherlock.
«No mi dispiace è in viaggio da circa un mese, per l’India per questioni di lavoro.»
Ritornarono a casa.
«Watson, le consiglio di mettersi l’inverness. Dobbiamo andare alla villa della famiglia Smith.»
Era una villa lontana dal centro di Londra. Sorgeva tra le siepi dalle forme più svariate. Era ricoperta di edere, le sue foglie erano di un verde brillante, ma nascondeva una storia a dir poco terrificante.
Sherlock si accorse che i rametti sotto la finestra di Felicia e quelli della camera da letto, erano rovinati.
Li accolse la signora Anna. Era una donna corpulenta con occhi azzurri e capelli castani. Felicia poi li accompagnò verso la camera del delitto, era tutto rimasto come quella notte. John si affacciò alla finestra, su un albero c’era un pezzo di stoffa, lo notò anche Sherlock.
Dopo un po’ ritornarono a casa.
«Watson, non mi disturbi per circa due ore, è un caso molto intricato.»
Iniziò a frugare tra i suoi giornali e trovò un articolo intitolato “Incendio devastante distrugge la casa in Kensington Higt Street, uccidendo Ben Chayn e tutta la sua famiglia.” Parlava proprio dell’incendio che coinvolse la famiglia Smith. Diceva che il corpo di Ben Chayn non era stato trovato. Possibile? Dopo circa due ore Sherlock uscì dallo studio e chiamò John. Andarono in libreria. Il detective tirò fuori, dal suo pesante giaccone, la lente d’ingrandimento. Osservò gli scaffali, tra le penne e gli inchiostri, il bancone. Qui trovò una ricevuta su cui c’era scritto “Veduta di campagna nello Yorkshire acquistata il 19/11/1889 da Simon Chayn in una libreria.”
Poi andarono all’anagrafe e in fine all’ospedale. Qui Sherlock prese il registro e controllò gli appuntamenti. Ritornati a casa Sherlock disse a John di scrivere un biglietto a Felicia per dirle di venire a casa per proteggersi dall’assassino. La mattina dopo venne Felicia.
Il pomeriggio ritornarono al Gordon Hospital. Sherlock chiese all’infermiera dove si trovava Simon Chayn.
Entrò nella stanza e disse:« Oh! Sto vedendo il fantasma di Ben Chayn!»
Egli prese il coltello ma Sherlock ebbe la meglio e lo fece arrestare.
Durante il tragitto di ritorno a casa John chiese a Sherlock:« Come ha fatto a capire che Ben non era morto e che fosse l’assassino?»
«Beh… affermo che il caso era abbastanza intricato.
Il giornale che avevo letto  diceva che non era stato trovato il corpo di Ben Chayn, quindi, forse, si era salvato ed era scappato.
Felicia disse che Ben era appassionato di stampe antiche, quindi qualcuna la doveva comprare. Le dico, Watson, che siamo stati fortunati; perché aveva acquistato una stampa pochi giorni fa.
Poi doveva avere delle ustioni e si doveva curare. Sul registro c’era scritto “Simon Chayn per un cambio di benda per ustione di 2° grado il 20/11/1889” e continua “Prossimo appuntamento il 21/11/1889” cioè oggi. Ammetto che ero confuso col nome, Felicia e l’articolo di giornale dicevano Ben Chayn, invece il registro dell’ospedale, dicevano Simon Chayn. Nel registro dell’anagrafe c’era scritto che il presunto morto si chiamava Ben Simon Chayn. E da lì capii tutto.»
«Ma il movente?»
«Odio verso la famiglia Smith. Perché la sua fu vittima dell’incendio invece la famiglia Smith si salvò. Ah! Dimenticavo, anche il pezzo di stoffa sull’albero. Mentre scendeva dalla scala, usata per arrivare nella stanza, la benda s’impigliò su un ramo d’albero. E fece anche un bello scherzetto a Felicia.»   

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